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PAOLO BARNARD E LA PERFIDA MALIZIA DEL MAINSTREAM

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imagesK33KH2TJLa capacità dei circuiti massonici di ispirazione reazionaria nello svuotare il benessere e la democrazia del Vecchio Continente passa per il controllo capillare dei principali mezzi di informazione. Ben mimetizzato da un finto e stucchevole pluralismo di facciata, infatti, campeggia in ogni dove il plastico trionfo del pensiero unico al potere. I soliti economisti a contratto che affollano le stanche arene di Ballarò, Porta a Porta, Piazza Pulita e altri simili teatrini, falsificano di continuo la realtà, riuscendo con successo ad alzare una cortina fumogena in grado di impedire a chiunque di comprendere verità altrimenti facilmente percepibili. La politica, ostaggio di personaggi inutili e imbelli, non ha quasi mai nulla da aggiungere, accodandosi per interesse o ignoranza al codazzo prevalente. Anche i finti progressisti alla Vendola, nel criticare debolmente le politiche dell’austerità, non riescono mai a centrare il cuore del problema. Al massimo, tra una citazione superflua e una ridondante, il poeta della Puglie trova semmai il tempo di rispolverare il solito trito e ritrito spartito che predica tagli alle spese militari e alla immancabile Casta. Fuffa simil-grillina allo stato puro. L’unico paradigma culturale in grado di sconfiggere l’omelia tetragona che contraddistingue il dire dei sacerdoti del rigore ad oltranza come Kostoris, Vaciago, De Romanis, Bisin e altri simili elementi, consiste invece nel recupero a viso aperto di un paradigma totalmente differente, pronto cioè a difendere, apprezzare e valorizzare il ruolo della spesa pubblica finalizzata alla costruzione di una società più equa e inclusiva. Fino a quando la maggioranza dei cittadini non capirà che il ritiro del pubblico dall’economia è funzionale soltanto agli interessi degli oligarchi privati, non faremo un solo passo in avanti. Ma chi volete che si preoccupi di garantire l’accesso alle cure per tutti, la salvaguardia di un sistema scolastico di eccellenza, la difesa del sistema pensionistico e la previsione di un piano infrastrutturale indispensabile per modernizzare il Paese? Il Mercato? Siamo seri. Senza la presenza forte dello Stato, destinata a mitigare le mire naturalmente egoistiche e parcellizzate tipiche del privato, il capitalismo diventa giocoforza una specie di far west.  E quando il capitalismo si trasforma in darwinismo sociale ricompaiono per magia gli spettri novecenteschi del nazismo e del comunismo. Siamo ancora in tempo per impedire il rapido materializzarsi di pericolosi fantasmi che pensavamo sconfitti per sempre. Come ogni dittatura che si rispetti, anche quella tecnocratica ora dominante è allergica al pluralismo. Non volendo però formalmente negare la libertà di pensiero, il politburo di Bruxelles è costretto ad inventarsi un sistema capace di tenere insieme sostanza fascista e involucro liberale. Più o meno funziona così: i grandi giornali e le più importanti televisioni danno spazio solo alle voci in linea con l’ortodossia, relegando quelle dissonanti all’interno di speciali riserve indiane, appositamente predisposte, buone per far risaltare il dato macchiettistico e di colore di volta in volta recitato dalle inconsapevoli vittime del sottile raggiro. Paolo Barnard incarna l’apice del fenomeno testé sintetizzato. Uomo di sicuro ingegno, instancabile divulgatore di dottrine economiche di avanguardia come la Modern Money Theory, Barnard soffre di limiti caratteriali (ad essere oltremodo generosi) così evidenti da oscurarne la pur meritoria opera di informazione. E quale risultato ottiene il mainstream, ben rappresentato da La Gabbia di Paragone, nell’associare con sulfurea malizia la giustezza delle ricette keynesiane  alle intemperanze grottesche del summenzionato guru bolognese? Quello di screditarle in partenza, of course. E’ possibile prendere sul serio, si chiederanno smarriti gli attoniti telespettatori, le analisi macroeconomiche di uno che scrive tweet del tipo “figa ti bacio la gnocca, mia madre è una troia, mia figlia pure”? (clicca per leggere).  La vedo dura, molto dura. A parte i pochi studiosi del Talmud, i quali sanno “che dal giorno in cui il tempio fu distrutto, la profezia venne tolta ai profeti e data ai pazzi e ai bambini” (bbaba bathra’ 12b), tutti gli altri saranno inevitabilmente tentati dal bollare come surreale e improbabile tanto il teorico quanto la teoria. E il gioco è fatto. Fino alla prossima puntata naturalmente.   

Francesco Maria Toscano

4/03/2014


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